Palazzo del Drago, il capriccio del Cardinale

Lago di Bolsena

domenica 30 marzo

Vi sono costruzioni, nel corso della storia, concepite quando compare imperioso nella mente di un potente il bisogno di una dimora. Il progetto gli domina la vita fino alla sua esecuzione, diviene un’estensione del suo sentire e godere, che sono poi le due facce della felicità terrena. Era il 1533 quando il rapace e arrogante cardinale Tiberio Crispo, potentissimo figlio della nobildonna Silvia Ruffini, amante di Alessandro Farnese, volle un palazzo adatto al suo rango. A ridosso della rupe tufacea dominata dalla medievale rocca dei Monaldeschi e affacciato sul cratere del lago vulcanico, il palazzo crebbe in modo non lineare, accorpando altri edifici, scavalcando una strada urbana e fagocitando casette di povera gente. Dopo il cardinale Crispo, il palazzo passò di mano in mano fino all’attuale proprietario, il principe Giovanni Fieschi Ravaschieri del Drago, che ha riparato con squisito gusto di collezionista i danni e le spoliazioni dell’ultima guerra. Oggi questo notevole palinsesto è giunto a noi unitario e molteplice, non privo della severità di maniero e dell’ambiguità misteriosa che contraddistingue le imprese cui molti hanno messo mano.

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PROGRAMMA

Arrivo al Lago di Bolsena. I viandanti che un tempo percorrevano a passi lenti la Via Francigena alla volta di Roma, si trovavano inevitabilmente a percorrere le sponde del lago. Certo la strada non era in condizioni ottimali: fangosa d’inverno e polverosa d’estate. Ma il paesaggio compensava i disagi regalando scorci bellissimi e un’armoniosa fusione di colori: il verde cupo delle colline boscose, che sfuma nel blu in lontananza; l’azzurro del lago, striato in alcuni punti di verde smeraldo; la massa scura del borgo medievale, arroccato su un’altura, con il suo grappolo di case e l’imponente mole del castello. Passeggiata nel pittoresco centro storico di Bolsena e vista alla Collegiata di Santa Cristina, che ospita la Cappella del Miracolo, nella quale sono conservati i marmi macchiati dal sangue eucaristico, e la Grotta della Santa che conserva la pietra con la sua impronta. Tappa successiva sarà Palazzo del Drago, elegante residenza di origine cinquecentesca, che sorge nel cuore vecchio della cittadina. Una salita entro un giardino all’italiana di siepi di bosso, uno scalone a quattro rampe, una terrazza pensile e si entra nella Sala di Alessandro Magno. Gli affreschi manieristi evidenziano il tema della natura con boschi, monti e acque, mentre nel soffitto, grottesche di smaltato colore raffigurano draghi, sibille e satiri. Non meno stupenda l’attigua Sala di Amore e Psiche, dove gli affreschi ricoprono riccamente volte e pareti; la sala trova nella piccola scena dell’unicorno sul soffitto il suo centro di irradiazione: l’animale fantastico, simbolo di purezza, bagna il proprio corno nel fiume per purificarlo. Proseguimento per Marta, “il borgo dei pescatori”, ancora oggi residenza dei numerosi pescatori che da centinaia di anni svolgono questa importante attività, fonte di guadagno e di tradizione secolare, tramandata di padre in figlio. Passeggiata nel caratteristico borgo con le sue case in tufo, i vicoli e le piazzette. L’intero abitato, di origine medievale, sorge attorno alla Rocca, voluta da papa Urbano IV alla fine del XIII secolo: della fortificazione restano pochi ruderi, ma è sopravvissuta la celebre Torre dell’Orologio, alta 21 metri, simbolo di Marta. Nel tardo pomeriggio partenza per il rientro in bus.

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QUOTA

Quota di partecipazione € 85,00
La quota comprende: Viaggio in bus • Servizio guida • Biglietti d’ingresso
• Auricolari • Assicurazione Medica • Accompagnatore