Il Cinquecento nella capitale estense
Ferrara
domenica 16 febbraio
PROGRAMMA
Il grande Rinascimento ferrarese torna a Palazzo dei Diamanti con la mostra “il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso”. L’esposizione racconta le vicende artistiche dagli anni del passaggio di consegne dal duca Ercole I d’Este al figlio Alfonso I, fino alla scomparsa di quest’ultimo, committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città. Il tramonto della generazione della pittura della metà del Quattrocento, pone la città estense di fronte alla difficile sfida di un ricambio artistico di grande livello. All’inizio del nuovo secolo si sviluppa una scuola, più aperta agli scambi con altri centri, che ha come protagonisti quattro maestri: Ludovico Mazzolino, pittore dall’estro bizzarro che orienta il suo linguaggio in senso anticlassico; Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, sempre caratterizzato da un naturalismo convinto e sincero; Benvenuto Tisi detto Garofalo, il principale interprete locale della maniera di Raffello; Giovanni Luteri detto Dosso, che sviluppa uno stile originale, colto e divertito, influenzato tanto da Giorgione e Tiziano quanto dalla Roma di Michelangelo. Una stagione incredibilmente ricca, dove l’antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese. Testimonianza straordinaria dei fasti dell’epoca rinascimentale è anche Palazzo Schifanoia, simbolo della città e delizia degli Este, riaperto nel 2020 dopo un lungo restauro. Ad annunciare le meraviglie che il palazzo racchiude è il maestoso portale d’ingresso, abbagliante nel fulgore della candida pietra. Un capolavoro di luce scolpito a fiori e fogliame e sovrastato dal grande stemma ducale che contrasta con la linearità della severa facciata. Era stato creato per il riposo e il diletto della corte, per “schivar la noia”, con musica, feste, banchetti e battute di caccia, ma anche per ricevere ambasciatori e ospiti illustri tra sale e saloni d’onore resi preziosi da uno dei più splendidi cicli pittorici del Quattrocento. Ed eccoci davanti allo spettacolo tanto atteso, il Salone dei Mesi. Le pareti sono divise in dodici sezioni verticali corrispondenti ai mesi dell’anno, ognuna ripartita in tre fasce orizzontali: in alto il trionfo della divinità pagana legata al mese, al centro i segni zodiacali con i rispettivi decani, nella parte inferiore scene di campagna. Purtroppo i mesi dipinti a tempera, da ottobre a febbraio, sono andati perduti. Ma la visione di quelli che restano, dipinti a fresco, la profusione di divinità mitologiche, l’esuberanza della natura, le dame e i cavalieri, i buffoni e i contadini, gli abiti e le acconciature, sono un’emozione ineguagliabile. Ma tutta Ferrara conserva magnifiche testimonianze legate alla signoria degli Estensi, che trasformarono la città in un palcoscenico dove mandare in scena lo spettacolo del loro splendore. Simbolo per eccellenza della potente casata è il celeberrimo Castello: nato come fortezza militare, si trasformò a poco a poco in una delle regge più fastose e raffinate del tempo. Poco distante inizia la Ferrara rinascimentale, che l’architetto urbanista Rossetti volle innestare su quella medievale: è la famosa “addizione erculea”, grande esempio di urbanistica moderna. Il centro della città medievale è la Cattedrale: nella facciata si fondono l’austera scansione romanica della parte inferiore con gli elementi gotici di quella superiore; tutt’intorno si dipana un dedalo di vie dai nomi suggestivi sovrastate dalle caratteristiche case a torre. La parte medievale e quella rinascimentale della città si fondono in un insieme di grande armonia, circondato quasi interamente dall’abbraccio delle mura quattrocentesche. Partenza per il rientro in bus.
QUOTA
Quota di partecipazione € 98,00
La quota comprende: Viaggio in bus • Servizio guida
• Biglietto d’ingresso alla mostra • Auricolari • Assicurazione Medica
• Accompagnatore